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Piano di riordino degli istituti superiori di Vicenza: documento del Collegio docenti del Canova

Il documento del Collegio docenti del nostro istituto contro il piano di dimensionamento degli istituti superiori elaborato dalla Provincia.

DOCUMENTO SOTTOSCRITTO DAL COLLEGIO DEI DOCENTI NELLA SEDUTA DEL GIORNO 11/11/2013

La proposta di riorganizzazione degli istituti superiori recentemente approvata dalla commissione d’ambito della Provincia di Vicenza – che prevede l’aggregazione all’Istituto “Boscardin” dell’istituto tecnico delle costruzioni (ex-geometri) “Canova” – prende forma in un’ottica legata alla cosiddetta spending review e pretende di giustificare tagli e accorpamenti di scuole e indirizzi di studio in maniera solo apparentemente logica, in realtà apparentando percorsi formativi anche molto lontani tra loro. Ci sembra di poter constatare che i modi e gli esiti dell’intera operazione abbiano superato qualsiasi previsione ed abbiano alla fine sorpreso, indispettito e scontentato tutti.

In particolare noi, dirigente, docenti, personale ATA, studenti e famiglie dell’Istituto “Canova”.

Val la pena, a nostro parere, evidenziare alcuni punti che potrebbero non risultare evidenti qualora si consideri la questione unicamente in un’ottica di riduzione della spesa pubblica.

La nostra scuola vanta una tradizione formativa pluridecennale e ha “sfornato” circa 7000 diplomati. Ha interagito con il territorio negli anni felici del boom economico, ha creato opportunità di lavoro, ricchezza, dinamismo economico e produttivo. Ha supportato, con le figure professionali da esso generate, le amministrazioni pubbliche, le aziende private e gli ordini professionali.

Non è pensabile una città senza il “Canova”. Eppure questo sarebbe l’effetto, e non a lungo termine, dell’aggregazione del nostro istituto ad un altro. Nella città di Vicenza serve una scuola che si occupi, nel suo percorso formativo, di ambiente e territorio e delle dinamiche che essi rivestono per la comunità umana e per le sue attività. Nella nostra regione, un istituto tecnico delle costruzioni va valorizzato per quanto può offrire al cambiamento progressivo e inarrestabile degli stili di vita legati alle abitazioni, all’ambiente e che devono tener conto fra l’altro delle normative recenti in ambito costruttivo.

Noi, la nostra parte abbiamo già cominciato a farla, attivando l’indirizzo delle Tecnologie del legno nelle costruzioni e per l’architettura ecosostenibile, anche per dare una risposta coerente al recepimento in Italia della Direttiva 2010/31/CE che stabilisce che a partire dal 2020 gli edifici di nuova costruzione siano ad “energia quasi zero”, oltre al nuovo indirizzo della “geotecnica” per la difesa e la salvaguardia del territorio.

Tutto questo non può essere sacrificato ad un mero gioco di numeri.

Le esperienze laboratoriali costituiscono un aspetto indispensabile nei nostri corsi di studio e sono vivamente promosse dal riordino degli istituti tecnici nonché previste dalle normative europee in materia di istruzione. Ogni laboratorio ha una sua specificità: superfici e caratteristiche ben determinate, attrezzature e strutture che vanno garantite e salvaguardate e ripristinate integralmente (se non addirittura potenziate) in caso di trasferimento in altra sede. Temiamo quindi che lo spostamento di aule speciali e laboratori, con una messa a norma che comprende i relativi cablaggi, rifasatura, ritaratura e informatici non possa che dar luogo ad una spesa, per di più considerevole. Di certo non sarà un’operazione indolore: anzi, rischierà di determinare una situazione peggiore di quella attuale, che pur con difficoltà riesce a funzionare.

Vogliamo rimanere nello spazio che ci identifica da quasi un quarantennio, conservare le nostre aule e i nostri laboratori che abbiamo costruito con pazienza nel tempo, rendendoli atti ad accogliere le nostre lezioni pratiche in senso pieno e compiuto. Vogliamo mantenere lo spazio esterno e fruirne per le esercitazioni pratiche. Vogliamo conservare tutto ciò che abbiamo costruito in questi anni e che ci è costato tempo, energia, denaro e che con un eventuale accorpamento verrebbe dissolto e perso: il Sistema Qualità, gli interventi atti ad approfondire e migliorare l’offerta formativa (Progetto Vales, i risultati Invalsi, introduzione di articolazioni e opzioni di studio in linea con le istanze più attuali del territorio: geotecnica, tecnologie del legno e nuovi materiali per l’edilizia, bioarchitettura), l’introduzione pionieristica e perfettamente riuscita del sistema di informazione telematico con l’utenza dell’istituto (registro elettronico) con l’eliminazione totale del cartaceo, sede inoltre di uno sportello provinciale DSA, valido punto riferimento per le famiglie, la presenza della stazione permanente GPS per la digitalizzazione delle carte della rete geodetica veneta, una pluriennale esperienza nell’ASL e più in generale in progetti di sicurezza nel mondo del lavoro.

Piccoli grandi passi compiuti negli ultimi anni a dispetto della crisi o di altri fenomeni contingenti che non hanno fiaccato la nostra volontà di offrire ai nostri studenti, alle loro famiglie, alla città un servizio in cui abbiamo sempre creduto e continuiamo a credere.

Chiediamo di rimanere nella nostra sede, luogo dove abbiamo accolto i nostri studenti (e spesso i loro genitori quand’erano ancora studenti) prefigurando loro, all’atto dell’iscrizione, che questo sarebbe stato il luogo dove si sarebbero formati per proiettarsi poi nel mondo del lavoro e della produzione non solo edilizia.

Vogliamo mantenere e salvaguardare la nostra identità educativa, formativa, fisica, nella convinzione che il calo delle iscrizioni nel nostro istituto – peraltro decisamente limitato rispetto al trend nazionale dei tecnici – sia temporaneo ed ascrivibile principalmente al mutamento del contesto economico e alla crisi che ha investito il mondo dell’edilizia.

Anzi, difendiamo e rilanciamo con forza il progetto di ristrutturazione del nostro istituto a suo tempo presentato, che prefigura la realizzazione nella sede storica del “Canova” di un Polo artistico-architettonico, che sommi conoscenze e percorsi affini sia pure con specificità innegabili e che dia luogo ad un travaso di esperienze e, ad una comune incidenza sul territorio e le sue istanze, una soluzione insomma che appare a molti più coerente sia sul piano dell’offerta formativa che dal punto di vista meramente logistico.

Chiediamo insomma che il nostro istituto venga non penalizzato, ma valorizzato per la sua specificità e per la sua capacità di trasformare il tradizionale geometra in una figura nuova, più in linea con le esigenze dei tempi, maggiormente consapevole di tematiche quali la pianificazione e la salvaguardia del territorio, il risparmio e la certificazione energetica, l’utilizzo di nuovi materiali bio eco-compatibili, la sicurezza. Una figura che il mondo del lavoro riconosce già come indispensabile e che apre a reali prospettive di occupazione.

Una scuola come il “Canova” richiede investimenti, non tagli e, men che meno, inutili spese.

In ultima battuta vorremmo far presente che l’ipotesi di accorpamento ad altro istituto comporta il rischio reale di perdita di occupazione per il personale scolastico che da anni si adopera per il funzionamento della scuola. 

Il Dirigente scolastico

Domenico Caterino 

Il Collegio dei Docenti

dell’Istituto Tecnico


 

Per i genitori degli alunni del Canova: chi intende sottoscrivere il documento, può stampare l’allegatoe consegnarlo in segreteria entro il 21/11/2013.

 


Riflessioni personali del Dirigente (15/11/2013):

“A tutt’oggi – contrariamente a quanto comunicato alla stampa negli ultimi giorni – l’istituto Canova non ha ancora incontrato rappresentanti della Provincia e non ha quindi avuto modo di esprimere ufficialmente la propria posizione in merito al piano di riordino. Dichiarazioni non corrispondenti al vero mettono in profondo imbarazzo il nostro istituto – proprio nei giorni in cui stiamo incontrando le famiglie degli studenti che intendono iscriversi al Canova il prossimo anno – e vanno rettificate senza ambiguità.”

“Nessuno ha mai dichiarato in maniera esplicita che di fatto con questo piano di riordino sparisce una scuola (il Canova) e la sua presidenza, con le relative conseguenze.”

“Siamo fermamente convinti che il nostro istituto, se aggregato ad altra scuola, non potrebbe sviluppare pienamente il potenziale delle propria offerta formativa (costruzioni, ambiente e territorio, geotecnica, pianificazione territoriale, certificazione energetica, nuovi materiali e bio-architettura, sicurezza…); anzi, finirebbe per perdere la propria fisionomia ed identità e vedrebbe nel breve termine diminuire l’interesse per un segmento formativo strategico per il nostro territorio e che risponde perfettamente alle richieste del mondo del lavoro”.

“Il piano di riordino, innegabilmente, prevede spostamenti e riorganizzazioni che richiedono necessariamente investimenti consistenti (ad es. lo spostamento dei laboratori) o, in alternativa, disagi organizzativi. Non può essere considerata una compensazione accettabile la presunta disponibilità ad accedere ai laboratori che non possono essere trasferiti dalla sede storica. Anzi, appare in realtà un “baratto” finalizzato a giustificare un piano di riordino che nei fatti risulta essere una serie di incoerenti accoppiamenti degli indirizzi di studio e di disarticolati spostamenti di studenti, docenti e personale della scuola.”

“Non si capisce, nella logica dei numeri, come mai non sia stato accolto il progetto di Polo artistico-architettonico al Canova, che prevedeva già la creazione di un Liceo Artistico unico, anche in virtù delle buone pratiche nate dalla collaborazione tra l’istituto tecnico delle costruzioni ed il liceo artistico di via Calvi (tra queste, l’intervento nelle zone terremotate in Abruzzo e la progettazione condivisa di ausili per l’abbattimento delle barriere architettoniche, entrambi nel 2011).”

Il Dirigente scolastico

Domenico Caterino