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Nuova geografia scolastica, Canova sul piede di guerra


Il Canova fa massa critica per «non rinunciare alla propria identità».

Il Corriere del Veneto, 14/11/2013 

Istruzione Aumentano i presidi contrari alle decisioni della Provincia. In agitazione anche gli studenti dell’indirizzo chimico del Rossi

 

VICENZA – Il mondo della scuola stenta a digerire la proposta di riorganizzazione pensata dalla Provincia e dall’ufficio scolastico, la cui approvazione (o correzione) spetta alla Regione, che deciderà nel merito entro fine anno. Dopo il Da Schio, deciso a non cedere al Piovene l’indirizzo tecnico turistico, ora anche il Canova fa massa critica per «non rinunciare alla propria identità». Secondo le linee guida da poco licenziate dalla commissione d’ambito (che con Provincia e ufficio scolastico raggruppa anche 25 Comuni) i geometri verrebbero aggregati al Boscardin, che dal prossimo settembre diventerebbe il «polo chimico-biologico costruzioni». Nei fatti i geometri del Canova dovrebbero trasferirsi nell’istituto di fronte a quello attuale, in via Baden Powell. Pochi passi, ma decisivi per cancellare l’identità dell’istituto, secondo il personale, gli studenti e le famiglie. «La nostra scuola vanta una tradizione formativa pluridecennale e ha sfornato circa 7000 diplomati – afferma il preside Domenico Caterino – Non è pensabile una città senza il Canova. Eppure questo sarebbe l’effetto, e non a lungo termine, dell’aggregazione del nostro istituto ad un altro. A Vicenza serve una scuola che si occupi di ambiente e territorio». Dal Canova mettono in discussione anche lo spostamento dei laboratori, oggi attrezzati con macchinari specifici, e temono si perdano posti di lavoro. Chiedono quindi di rimanere lì, anche se aggregati al Boscardin dal punto di vista formativo. Invece, secondo il piano provinciale, in quelle stanze approderebbero alcuni studenti dell’unificato liceo artistico (che avrebbe sede principale al Montagna). I geometri si stanno mobilitando, e sono in agitazione anche i 31 studenti dell’indirizzo chimico del Rossi, che verrebbero dirottati al Boscardin. Martedì per protesta hanno fatto una lezione in piazza Biade. Mentre ieri il loro preside Lorenzo Gaggino ha incontrato la dirigente provinciale del settore istruzione, Elisabetta Bolisani, facendosi portavoce dei ragazzi. I 31, che frequentano la quarta e la quinta, vorrebbero terminare gli studi con il diploma del Rossi, per questo chiedono che lo spostamento al Boscardin venga avviato solo per chi approda per il primo anno al chimico. La Provincia si è detta disponibile a valutare la richiesta, dato che non comprometterebbe l’essenza del piano. La «sfilata» dei presidi in Provincia continua oggi con il ricevimento dei dirigenti del Canova e del Da Schio.

Elfrida Ragazzo