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PROTOCOLLO D'INTESA TRA MIUR E MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 23 MAGGIO 2016

PROTOCOLLO D'INTESA

TRA MIUR E MINISTERO DELLA GIUSTIZIA 23 MAGGIO 2016

(https://giustizia.it/giustizia/it/mg_1_7_1.page;jsessionid=uNoG7aiTarcqBZYKjeeEXsWJ? facetNode_1=0_5&contentId=SCA1327234&previsiousPage=mg_1_7)

 

"Programma speciale per l'istruzione e la formazione negli istituti penitenziari e nei Servizi Minorili della Giustizia"

VISTO: 

- l'articolo 27 della Costituzione della Repubblica Italiana; la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante: "Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione"; la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3, recante: "Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione";

- la legge 26 luglio 1975, n. 354, recante: "Norme sull'ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà", ed in particolare gli articoli 15 e 19 in materia di trattamento penitenziario e di realizzazione dello stesso attraverso l'istruzione e la formazione professionale dei condannati ed internati;

- la legge 15 marzo 1997, n. 59, recante: "Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle regioni ed enti locali, per la riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa";

- la legge 13 luglio 2015,n. 107,recante: "Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti", ed in particolare il comma 23;

- il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, recante: "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle regioni ed agli enti locali, in attuazione del capo I della legge 15marzo 1997,n. 59";

- il decreto legislativo 14 settembre 2011, n. 167, recante: "Testo unico dell'apprendistato, a norma dell'articolo 1, comma 30, della legge 24 dicembre 2007,n.247";

- il decreto del Presidente della Repubblica 448/88 "Disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni";

- il decreto Legislativo 28 luglio 1989 n. 272: Norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n. 448,recante disposizioni sul processo penale a carico di imputati minorenni;

- la legge 11 agosto 2014, n. 117 ,conversione in legge, del decreto-legge 26 giugno n° 92, recante disposizioni urgenti in materia di rimedi risarcitori in materia di rimedi risarcitori in favore dei detenuti e degli internati che hanno subito un trattamento irt violazione dell'art.3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali, nonché modifiche al codice di procedura penale e alla disposizioni di attuazione, all'ordinamento del Corpo di Polizia Penitenziaria e all'ordinamento penitenziario, anche minorile; 

- le "Regole minime per l'amministrazione della giustizia minorile" GNU, New York 29 novembre 1985- Regole di Pechino;

il decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, concernente:"Regolamento recante norme in materia di autonomia delle istituzioni scolastiche, ai sensi dell'art. 21 della L. 15 marzo 1997, n. 59";

- il decreto del Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230, concernente: "Regolamento recante norme sull'ordinamento penitenziario e sulle misure privative e limitative della libertà";

- il decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 89, recante: "Revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico della scuola dell'infanzia e del primo ciclo di istruzione ai sensi dell'articolo 64, comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133";

- i decreti del Presidente della Repubblica nn. 87, 88, 89 del 15 marzo 2010, contenenti i Regolamenti recanti la revisione dell'assetto ordinamentale, organizzativo e didattico degli istituti professionali, tecnici e licei ai sensi dell'art. 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito dalla legge 6 agosto 2008, n. 133;

- la C.M. 15 aprile 2009, n. 43, recante: "Linee guida in materia di orientamento lungo tutto l'arco della vita: indicazioni nazionali";

- il decreto del Presidente della Repubblica 29 ottobre 2012, n. 263, Regolamento recante norme generali per la ridefinizione dell'assetto organizzativo e didattico dei Centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, a norma dell'articolo 64,comma 4, del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito con modificazioni,dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ed in particolare l'articolo 1, comma 2;

- le Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento, definite ai sensi dell'articolo 11, comma 10 del citato DPR 263/12, adottate con decreto interministeriale 12 marzo 2015 ed in particolare il punto 3.6 contenente disposizioni in materia di "percorsi di istruzione negli istituti di prevenzione e pena";

- il programma PAIDEIA promosso dal MIUR con nota 2276 del 18 marzo 2015 finalizzato alla produzione di dispositivi utili a favorire e sostenere il passaggio al nuovo ordinamento dei percorsi di istruzione degli adulti, con particolare riferimento a quelli applicativi delle "misure di sistema" da attivare negli istituti di prevenzione e pena;

- il decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della ricerca e il Ministro dell'economia e delle finanze, che definisce gli standard formativi dell'apprendistato e i criteri generali per la realizzazione dei percorsi di apprendistato in attuazione dell'articolo 46, comma 1,del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, ed in particolare l'art. 5 del citato schema;

- le linee guida per i servizi bibliotecari ai detenuti redatte dall'International Federation of Libraries Associations and Institutions (IFLA) nel 2005;

- il Protocollo d'intesa tra Amministrazione penitenziaria, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Unione delle Province d'Italia, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e l'Associazione Italiana Biblioteche per la promozione e gestione dei servizi di biblioteca negli istituti penitenziari italiani - 11 aprile 2013;

- la Guida operativa per la scuola: Attività di Alternanza scuola lavoro, diffusa con nota del Ministro del 15 ottobre 2015 laddove afferma che nei percorsi di istruzione degli adulti di secondo livello l'alternanza scuola lavoro, in quanto metodologia didattica, rappresenta un'opportunità rimessa all'autonomia delle istituzioni scolastiche;

- il Dossier Ricognizione sull'offerta formativa nelle strutture carcerarie per adulti e minori Anno scolastico 2011/2012;

- il Report finale redatto dal Comitato attuativo paritetico previsto dall'art.6 del protocollo d'intesa "Programma speciale per l'istruzione e la formazione negli istituti penitenziari" siglato in data 23 ottobre 2012 dal Ministro della Giustizia e dal Ministro dell'Istruzione Università e Ricerca;

- i principi dichiarati nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea,proclamata il 7 dicembre 2000;

- la Raccomandazione UE del 18 dicembre 2006 relativa alle competenze chiave per l'apprendimento permanente; 

- la Raccomandazione del Comitato dei Ministri agli Stati membri sulla Carta del Consiglio d'Europa sull'Educazione per la cittadinanza democratica e l'Educazione ai diritti umani adottata l'11maggio 2010; 

- la Comunicazione della Commissione europea Europa 2020: "Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva" del 3 marzo 2010;

- la Dichiarazione sulla promozione della cittadinanza e dei valori comuni di libertà, tolleranza e non-discriminazione attraverso l'educazione, adottata dai Ministri dell'istruzione dell'Unione Europea (Parigi, 17marzo 2015);

- la Dichiarazione delle Nazioni Unite sull'educazione e la formazione ai diritti umani adottata il 23 marzo 2011.

PREMESSO CHE IL MIUR:

- garantisce a tutti, minori e adulti, il diritto all'istruzione, alla formazione ed ai percorsi di apprendistato e di formazione per il lavoro, con l'obiettivo di favorire e sostenere il successo formativo di ciascuno e di contrastare ogni forma di disagio e di discriminazione, in continuità con gli interventi pregressi in materia;

- collabora con le Regioni, gli Enti locali, il mondo delle Associazioni, del Volontariato per concorrere al miglioramento dell'offerta formativa;

- favorisce le autonomie scolastiche e la loro interazione con le autonomie locali, i settori economici e produttivi, gli enti pubblici e le Associazioni, per la definizione e la realizzazione di piani formativi integrati specifici che possano rispondere alla complessità e alle urgenze individuali e collettive dei soggetti interessati e coinvolti;

- ricerca le condizioni per realizzare nelle scuole, in attuazione dell'art. 21 della legge n. 59 del 1997, la massima flessibilità organizzativa e l'efficacia degli interventi di propria competenza anche e soprattutto nella individuazione di modelli e procedure adattive alla particolarità dei contesti;

- individua nella formazione del personale la leva strategica per promuovere la qualificazione del servizio scolastico e in tale prospettiva favorisce l'apporto di esperti esterni per la realizzazione di interventi che richiedano competenze specialistiche;

- promuove nelle Istituzioni scolastiche interventi di supporto alla convivenza civile e all'impegno giovanile al fine di favorire la costruzione dell'identità personale e la consapevolezza di essere titolari di diritti e di doveri in una comunità sociale e civile in cui il valore della solidarietà trova espressione anche nelle forme di contribuzione partecipata e volontaria.

IL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA:

- valorizza l'istruzione quale strumento idoneo a favorire la revisione critica del reato, l'attivazione di processi di reinserimento del condannato nella vita sociale ed il recupero del rispetto dei valori fondamentali della convivenza civile;

- a tali obiettivi nel settore penale minorile si aggiungono l'assolvimento del diritto/dovere allo studio, la realizzazione di un percorso di crescita responsabilizzante , il riconoscimento e lo sviluppo delle competenze nella prospettiva di reingresso nei sistemi educativi formativi e nell'accesso al lavoro, l'attuazione di percorsi di istruzione-formazione che possano contrastare il fenomeno della dispersione scolastica;

- garantisce al minore il diritto all'educazione attraverso metodologie che riconoscano tutte le 4specificità della particolare fase di vita dell'adolescente e dell'iter penale;

- assicura particolare attenzione e sostegno, tra gli elementi del trattamento, agli interventi di istruzione e formazione in favore dei soggetti che si trovano in custodia cautelare ed in esecuzione penale;

- garantisce nella predisposizione e nella realizzazione dei progetti educativi individualizzati dei soggetti sottoposti a provvedimenti da parte dell'Autorità Giudiziaria Minorile , una particolare attenzione alle attività di studio e formazione, secondo i bisogni espressi dal singolo soggetto;

SI CONVIENE QUANTO SEGUE

Art.1

(Oggetto)

Il MIUR e il Ministero della Giustizia, nel quadro delle rispettive competenze e nel rispetto dei principi di autonomia scolastica e delle scelte delle singole Istituzioni Scolastiche in tema di Piano dell'offerta formativa, si impegnano ad una proficua collaborazione attraverso un "Programma speciale per l'istruzione e la formazione negli Istituti penitenziari e nei Servizi Minorili della Giustizia ", di cui il Presente Protocollo costituisce la prima attuazione, al fine del raggiungimento degli obiettivi di promozione dell'integrazione e di pari opportunità nei percorsi scolastici dei soggetti ristretti nelle strutture penitenziarie italiane e di quelli sottoposti a provvedimenti penali non detentivi da parte dell'Autorità Giudiziaria Minorile. Per la realizzazione di iniziative per specifiche aree di intervento, anche a carattere sperimentale, le Parti valuteranno, di volta in volta e concordemente, l'opportunità di stipulare accordi e di individuare forme di collaborazione con altri soggetti Istituzionali,avuto riguardo alle diverse competenze ed ai differenti ruoli degli stessi. 

Le finalità dell'Accordo mirano ad attivare la sperimentazione di percorsi certificabili,modulari e flessibili in contenuti e durata, con possibilità di prosecuzione anche dopo l'uscita dal circuito detentivo e finalizzati sia a favorire l'acquisizione ed il recupero di abilità e competenze individuali, sia a sviluppare una politica dell'istruzione integrata con la formazione professionale e supportata dalla collaborazione con le Regioni ed il mondo delle imprese, attraverso percorsi di apprendistato stage e tirocini a sostegno dei soggetti in esecuzione pena, e di quelli sottoposti a provvedimenti penali da parte dell'Autorità Giudiziaria Minorile, sia minori che adulti.

Le attività si dovranno realizzare attraverso metodi e strumenti innovativi e soluzioni organizzative basate sulla personalizzazione dell'iter rieducativo di ciascuno, partendo da un patto formativo individuale finalizzato all'acquisizione di competenze da spendere anche per il reinserimento nella vita sociale e lavorativa.

Le metodologie didattiche dovranno prevedere:

 tecniche esperenziali; rispetto a quelle trasmissive, allo scopo di valorizzare la consapevolezza e lo sviluppo delle potenzialità personali e delle competenze di ciascuno, di riconoscere e consolidare le esperienze pregresse, orientando le scelte individuali verso percorsi adeguati al livello culturale di partenza e che si basino sulla personalizzazione dell'iter formativo;

 attività educativo-didattiche volte a promuovere l'apprendimento e il benessere emotivo- motivazionale nello" stare insieme a scuola"; 

 percorsi basati sull'esperienza e sulla realtà, che consentano di rafforzare le capacità dei minori e adulti di assumere le responsabilità delle proprie azioni, di operare scelte consapevoli, di percepire l'utilità immediata e concreta delle competenze acquisite nella 5prospettiva di un successivo ruolo sociale e lavorativo/professionale;

 percorsi che tengano conto degli interessi e dei bisogni espressi od eventualmente inespressi, per rafforzare la motivazione ad apprendere e la conseguente responsabilità rispetto al percorso formativo avviato;

 strumenti, tecniche e metodologie didattiche flessibili in modo da formulare le proposte più adeguate per ciascun allievo.

Art.2

(Tipologia delle azioni programmatiche)

A seguito di quanto indicato nell'Art. 1, la collaborazione si realizzerà nell'ambito delle tematiche espressamente previste nel presente Protocollo d'intesa. Il MIUR e il Ministero della Giustizia individueranno programmi ed azioni, nei campi di comune interesse, connessi con l'oggetto del presente Protocollo d'intesa, definendo le seguenti Macro Aree di intervento e relative attività:

1.Azioni:

 definizione del Patto Formativo individuale da parte della Commissione, di cui all'art.5, comma 2 del DPR 263, secondo le disposizioni di cui al DL 12marzo 2015;il percorso che conduce alla definizione del patto formativo individuale si svolge nell'ambito dell'attività di accoglienza e orientamento; nell'ambito di tale attività possono essere realizzate ulteriori attività propedeutiche alla definizione del patto formativo individuale, finalizzate tra l'altro al rinforzo e/o alla messa a livello, nonché al proseguimento del percorso formativo

 attività di integrazione dell'istruzione con la formazione professionale per i soggetti in esecuzione penale interna ed esterna adulti e minori, in collaborazione con le Regioni;

 attività di sostegno e accompagnamento attraverso attività di tutoraggio sia nei percorsi di istruzione in Istituti scolatici del territorio sia in area penale interna per l'individualizzazione dei programmi educativi in area penale esterna del settore minorile;

 introduzione di un "libretto formativo" con le competenze acquisite per facilitare l'entrata nel mercato del lavoro;

 percorsi di istruzione degli adulti in raccordo con altre tipologie di percorsi formativi, con particolare riguardo ai percorsi della formazione professionale e ai percorsi di formazione in apprendistato, di cui al decreto legislativo 81/2015,nonché percorsi di istruzione degli adulti che privilegiano metodologie didattiche quali l'alternanza scuola-lavoro, di cui alla Guida operativa in premessa, in ogni caso coerenti con il principio dell'individualizzazione del trattamento penitenziario;

 percorsi di istruzione di cui al DPR 263/12 in modo da rendere compatibili i nuovi assetti organizzativi e didattici con i "tempi" e i "luoghi" della misura penale tenuto conto della specificità e distintività dell'istruzione nelle carceri, mediante l'adozione delle misure di sistema di cui al DI 12 marzo 2015 a partire da quelle individuate nell'ambito del programma Paideia promosso dal MIUR citato in premessa;

 flessibilità e personalizzazione dei percorsi, attraverso l'adozione organica ed adeguata alla specificità dell'utenza degli strumenti di flessibilità, di cui all'articolo 4,comma 9 del D.P.R. n. 263/12, cosi come disciplinati nelle LG adottate con DI 12marzo 2015. I piani personalizzati d'istruzione, per i minori ristretti, dovranno proseguire anche nel caso siano in area penale esterna o liberi, al fine di garantire l'adempimento degli obblighi formativi;

 laboratori didattici e tecnici, compatibilmente con le risorse disponibili, di supporto alle attività scolastiche e formative da svolgersi all'interno degli Istituti penitenziari e Istituti Penali per i Minorenni; detti laboratori dovranno favorire lo sviluppo delle potenzialità individuali, con particolare attenzione ai più giovani e la condivisione del lavoro di gruppo;

 inserimento dell'utenza minorile sottoposta a provvedimenti in area penale esterna in percorsi di istruzione di cui al DPR 263/12, anche ai fini dell'obbligo d'istruzione e del diritto-dovere all'istruzione e alla formazione, altresì attraverso un sistema di collegamento tra scuola-formazione-impresa per agevolare l'inserimento nel mondo del lavoro;

 laboratori di italiano L2 e supporto linguistico soprattutto per i soggetti stranieri, allo scopo di favorirne l'inserimento nel tessuto sociale italiano e nel mondo del lavoro;

 potenziamento delle biblioteche, anche per promuovere la lettura negli istituti di prevenzione e pena, quale misura di sistema prevista dalle Linee guida adottate con DI 12 marzo 2015, tenuto conto del Protocollo per la promozione e gestione dei servizi bibliotecari siglato nel 2013 dall'Amministrazione penitenziaria, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Unione delle Province d'Italia, Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e l'Associazione Italiana Biblioteche;

 predisporre percorsi formativi congiunti destinati al personale dell'Amministrazione penitenziaria, della Giustizia minorile, quello dell'Amministrazione scolastica, il volontariato ed operatori del terzo settore operanti in Istituto, con l'obiettivo di ottimizzare gli interventi educativi e di diffondere le competenze trasversali indispensabili per esercitare la cittadinanza attiva e responsabile, con particolare riferimento ad attività di promozione del libro e della lettura, del dialogo interculturale e interreligioso;

 programmazione, progettazione, anche con finanziamenti europei, e realizzazione, in coerenza con quanto previsto dal DI 12 marzo 2015, "di interventi finalizzati al recupero, all'integrazione e al sostegno dei minori e degli adulti anche dopo la loro uscita dal circuito detentivo";

 definizione di una rete di Poli interistituzionali (Case circondariali, Istituti penali per minorenni, Aree penali esterne, CPIA ed Istituti scolastici di secondo grado dove sono incardinati i percorsi di istruzione degli adulti di secondo livello) da individuare quali centri di innovazione e di monitoraggio delle azioni programmate a livello nazionale, nonché di valutazione dei risultati ottenuti;

 raccordo con le Regioni e gli Enti locali, da sviluppare come piano di governance territoriale, al fine di prevedere contatti e sinergie tra le articolazioni territoriali del MIUR,del MG e degli EE.LL. competenti per territorio;

 promuovere ed organizzare la Giornata nazionale del "Mondo che non c'è" dedicata alla presentazione e diffusione delle attività e azioni realizzate sensi del presente protocollo, in tutti gli Istituti di prevenzione e pena e negli Istituti Penali per i minorenni. 

2.Organizzazione:

 favorire il coinvolgimento di Enti, Fondazioni e Associazioni di volontariato, Categorie di Imprese e Confederazioni, per il raggiungimento delle finalità del Programma;

 effettuare, annualmente e in forma congiunta, la ricognizione dei bisogni formativi dei minori e degli adulti interessati, al fine di evitare duplicazioni di interventi e dispersione di risorse; promuovere - laddove possibile ed in ambito regionale - l'individuazione e l'organizzazione di Istituti penitenziari strutturati e attrezzati in modo funzionale per percorsi formativi specifici, anche sulla base di quanto previsto dal DPR263/12e del DL 12 marzo 2015, del collegamento con i CPIA e le Scuole secondarie superiori del territorio dove sono incardinati i percorsi di istruzione degli adulti di secondo livello; avviare la progettazione, nei limiti delle risorse disponibili, di spazi formativi dotati di attrezzature tecnologiche avanzate, capaci di stabilire collegamenti virtuali tra il carcere ed il mondo esterno, con particolare riferimento agli istituti scolastici del territorio con i quali programmare e sviluppare programmi di formazione a distanza, in modo da incoraggiare le motivazioni degli allievi e favorirne l'apprendimento. 

3.Comunicazione

 individuare forme di comunicazione strutturata tra le articolazioni periferiche dell'Amministrazione penitenziari a, gli Uffici scolastici regionali e gli altri attori interessati - In particolare le Regioni e gli enti di formazione accreditati - , con l'obiettivo di favorire lo sviluppo - in ambito regionale - di una politica dell'istruzione integrata con la formazione professionale a sostegno dei soggetti in esecuzione pena, in modo da assicurare l'accompagnamento e l'efficace inserimento di adulti e minori rimessi in libertà;

 organizzare iniziative pubbliche per la diffusione degli scopi del Programma, da tenersi con la partecipazione di personalità istituzionali e di esperti del mondo della cultura italiana ed internazionale.

Art.3

(Impegni del MIUR)

Il MIUR si impegna a:

 dare comunicazione dei contenuti del presente protocollo agli Uffici scolastici regionali e, per il loro tramite, alle Istituzioni scolastiche interessate;

 sostenere e diffondere le suddette attività nel prossimo triennio, avviando i relativi processi di progettazione, coordinamento e monitoraggio;

 arricchire le biblioteche e le mediateche esistenti presso gli Istituti penitenziari italiani, anche attraverso la stipula di opportune convenzioni con le Case editrici che aderiranno al Programma;

 porre a disposizione del Programma le somme derivanti da intese ed accordi specifici già sottoscritti con altri Ministeri e attinenti al tema specifico;

 adeguare la disciplina regolamentare e di normazione secondaria dell'organizzazione scolastica in coerenza con gli scopi del presente Protocollo, con l'obiettivo di introdurre disposizioni che riducano le attuali rigidità ordinamentali e procedurali.

Art. 4

(Impegni del Ministero della Giustizia)

Il Ministero della Giustizia si impegna a:

 dare comunicazione dei contenuti del presente Protocollo a tutte le articolazioni dell' Amministrazione periferica e alle sedi giudiziarie interessate dalle attività programmate;

 sostenere e diffondere le suddette attività nel prossimo triennio;

 adeguare le strutture e gli spazi dedicati alle attività di istruzione e formazione negli Istituti penitenziari, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili;

 prevedere, nell'ambito dei progetti di edilizia penitenziaria, la predisposizione di idonei spazi per le attività di istruzione e di formazione, in linea con i contenuti del presente Protocollo;

 predisporre tutti i necessari ed opportuni provvedimenti per fare in modo che il trasferimento sia attuato, in coerenza con quanto previsto dall'art. 42, comma 4 del DPR 230/00"in un istituto che assicuri alla persona trasferita la continuità didattica";

 garantire l'attivazione in tutti gli istituti penitenziari della Commissione didattica, di cui all'articolo 41, comma 6 del DPR 230/00 e favorire il costante e proficuo funzionamento della stessa in tutte le sue componenti nonché il raccordo con la Commissione per la definizione del Patto Formativo Individuale di cui all'art 5.Comma 2 del DPR263/12.

Art. 5

(Impegni comuni)

Il MIUR e il Ministero della Giustizia, nell'attuazione del presente Protocollo d'intesa,faranno riferimento alle rispettive risorse professionali e strumentali, sulla base delle risorse finanziarie disponibili nei rispettivi bilanci di previsione. Le Parti metteranno a disposizione il proprio personale in relazione alle singole iniziative che saranno attivate. In ogni caso ognuna delle Parti provvederà, sulla base della legislazione vigente, alla informazione e formazione del personale coinvolto nelle iniziative, pur restando a carico degli Enti di provenienza i rimanenti obblighi assicurativi, di tutela sanitaria e di sicurezza sui posti di lavoro. Il MIUR e il Ministero della Giustizia, si impegnano a garantire la massima diffusione del presente Protocollo d'intesa, dei suoi contenuti e delle iniziative conseguenti, anche affiancando i loro logotipi nei materiali promozionali  destinati alle iniziative realizzate a seguito del presente Protocollo d'intesa. In attuazione dei principi espressi nel presente atto, le Parti si impegnano a sviluppare sia iniziative comuni, sia iniziative a titolarità di una sola delle Parti con risorse finanziarie proprie laddove disponibili e/o mediante la partecipazione a bandi di finanziamento pubblici o privati, nazionali o comunitari.

Art. 6

(Comitato paritetico)

Per l'attuazione del presente Protocollo d'intesa sarà costituito un Comitato paritetico,coordinato alternativamente da un rappresentante del MIUR e del Ministero della Giustizia,composto da cinque rappresentanti qualificati sulle tematiche specifiche del MIUR,'Ministero della Giustizia DAP e DGMC.                                                                                                    Il Comitato potrà invitare alle riunioni degli esperti, anche esterni alle Parti e appartenenti ad altre Amministrazioni ed Enti; 

Il Comitato curerà la corretta attuazione del presente Protocollo d'intesa attraverso: 

 la stesura dal "Programma speciale per l'istruzione e la formazione negli Istituti penitenziari e nei Servizi Minorili della Giustizia";

 l'approvazione di un piano annuale delle attività e relativa ricognizione delle risorse finanziarie da destinare alle attività;

 l'individuazione delle modalità più idonee per la più ampia diffusione delle iniziative attivate;

 la realizzazione di azioni di monitoraggio degli interventi posti in essere;

 l'elaborazione di eventuali nuove proposte, finalizzate al perseguimento degli obiettivi di cui al presente Protocollo d'intesa. La partecipazione ai lavori del Comitato è a titolo gratuito e senza alcun onere per l'Amministrazione.

Art. 7

(Gestione e organizzazione)

Per il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, l'Ufficio di Gabinetto del Ministro, in collaborazione con il Dipartimento per il Sistema Educativo di Istruzione e di Formazione, cura la costituzione del Comitato di cui all'Art. 6, nonché i profili gestionali e organizzativi, il coordinamento e la valutazione delle iniziative realizzate a seguito del presente Protocollo d'intesa. Per il Ministero della Giustizia le analoghe attività sono assicurate dall'Ufficio di Gabinetto del Ministro, in collaborazione con il Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria e del Dipartimento della Giustizia Minorile e di Comunità.

Art. 8

(Durata)

Il presente Protocollo d'intesa ha la validità di tre anni dalla data di sottoscrizione e, alla scadenza, dovrà in ogni caso essere garantito il completamento delle iniziative avviate, fino al termine dell'anno scolastico in corso.

 

 

Palermo, 23 maggio 2016

Il Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca

Stefania Giannini

Il Ministro della Giustizia

Andrea Orlando