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"Sentieri di legalità". Il progetto, il camp della legalità nelle ville confiscate. L'iniziativa promossa da tre scuole superiori e da Spi Cgil


"Sentieri di legalità". Il progetto, il camp della legalità nelle ville confiscate. L'iniziativa promossa da tre scuole superiori e da Spi Cgil.

VICENZA - L'apprendimento e l'alternanza scuola lavoro per 25 studenti vicentini transitano per Campolongo Maggiore, in provincia di Venezia, ed Erbè, in provincia di Verona. Il fil rouge che lega luoghi ed educazione è la legalità. Il perché è presto detto. In questi due paesi immersi nella campagna veneta ci sono due ville. E in questi due edifici, dal 2 al 9 settembre, gli studenti alloggeranno, lavoreranno fianco a fianco ai volontari della Spi Cgil, apprenderanno il valore dell'associazionismo e dell'economia sociale. Il primo immobile apparteneva a Felice Maniero, il boss della mala del Brenta. Il secondo, a Erbè, era nelle disponibilità della 'ndrangheta. Entrambi i beni, del valore di qualche milione di euro, sono stati confiscati anni fa e hanno trovato una destinazione sociale. La villa di "Faccia d'angelo" è stata ribattezzata "Il giardino della legalità". La struttura che invece era diventata punto di riferimento della mafia calabrese a nord est, è stata rinominata "Campo-laboratorio Diritti in campo". L'iniziativa è il frutto della condivisione di tre scuole superiori, il Montagna, il Quadri e il Canova. Meglio, è il tassello conclusivo del progetto "Sentieri di legalità", giunto alla seconda edizione; un'iniziativa cominciata all'inizio dell'anno scolastico, scandita da diverse tappe con l'aiuto, tra gli altri, dell'associazione Libera. E se da un lato parteciperanno 5 studenti del Canova, 10 del Quadri e 10 del Montagna, dall'altro questa appendice dei "Sentieri di legalità" è stata realizzata con Spi Cgil. La collaborazione si è tradotta in un contributo che ha permesso di abbattere la quota di partecipazione, pari a 150 euro. Il 90 per cento infatti è stato coperto dal sindacato. Il primo messaggio di questa attività declina l'idea di non distogliere lo sguardo in materia di infiltrazioni mafiose. Il secondo input è sottolineato da Valerio Nuzzo, referente progettuale: «Questa esperienza è finalizzata all'acquisizione delle cosiddette competenze di cittadinanza». Vicino a lui ci sono altri docenti coinvolti nell'iniziativa e Igino Canale, segretario generale Spi-Cgil. Ad ascoltarli, ieri al Canova, genitori, ragazzi e ragazze. Tra queste c'è Janis Fabbi, 18 anni: «Il valore di questa esperienza è la possibilità di vedere più cose sotto molteplici punti di vista. Noi giovani siamo il futuro e abbiamo il dovere di approcciarci al mondo con una mentalità diversa, perché poi dovremo trasmettere questi nuovi atteggiamenti ai nostri figli». (Federico Murzio)

IL GIORNALE DI VICENZA - Martedì, 17 giugno 2018

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Articolo del 18 giugno

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